Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dell’1,0% in gennaio su dicembre, mentre nell'ultimo mese dell'anno rispetto a novembre è in diminuzione dell’1,1%. Nel quarto trimestre 2019 l’attività è diminuita dello 0,8% congiunturale, in peggioramento dal -0,6% rilevato dall’Istat nel terzo. La variazione acquisita nel primo trimestre è di +0,3%.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in gennaio dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2019; in dicembre è diminuita dell’1,6% sui dodici mesi.
Gli ordini in volume aumentano in gennaio dello 0,5% su dicembre (-0,2% su gennaio 2019), quando sono diminuiti dello 0,6% sul mese precedente (+0,2% annuo).
La dinamica dell’attività nei due mesi di rilevazione è stata estremamente volatile, come frequentemente accade a causa della particolare distribuzione delle giornate festive tra dicembre e gennaio. In periodi di domanda bassa (come quello attuale) sono frequenti le chiusure aziendali per “ponte”, che non vengono colte dai programmi di destagionalizzazione, che invece fanno riferimento ai giorni lavorativi ufficiali. A dicembre la possibile chiusura per "ponte" il giorno 27 spiegherebbe una parte della caduta della produzione nel mese. In gennaio il rimbalzo è in parte dovuto a una ricostituzione delle scorte, in vista di una domanda che è attesa in miglioramento. Le indagini qualitative condotte presso gli imprenditori manifatturieri mostrano in gennaio valutazioni più favorevoli (l’indice di fiducia è salito a 99,9, massimo da agosto, da 99,3) grazie a migliori prospettive sugli ordini, sull’andamento dell’economia italiana e sulla produzione. Per il secondo mese consecutivo è aumentata anche la fiducia dei consumatori (indice a 111,8 da 110,8); in particolare sono migliorati gli indicatori legati alle decisioni di spesa (giudizi sui bilanci familiari, opportunità all’acquisto di beni durevoli) e ciò segnala una possibile tenuta dei consumi anche a inizio 2020. Gli investimenti, invece, sono attesi ancora deboli soprattutto per l’incertezza sul fronte estero. Nonostante il rimbalzo di gennaio, nella media degli ultimi due mesi l’attività comunque è rimasta sostanzialmente stabile. Il contributo dell’industria alla dinamica del PIL nel quarto trimestre è atteso ancora negativo, come nei due precedenti. La diminuzione nel quarto trimestre (-0,8%), più marcata rispetto a quella rilevata nei mesi estivi (-0,6%), pone dei rischi al ribasso sull’andamento del PIL a fine 2019, rispetto alla stagnazione precedentemente prevista. Il trimestre in corso, invece, parte con un acquisito positivo (+0,3%) e, stando agli indicatori anticipatori, potrebbe registrare il primo incremento trimestrale dall’inizio del 2019. Non è escluso che si sia superato il punto di minimo.
Tutte le variazioni mensili sono calcolate sui dati corretti per il diverso numero di giornate lavorative e destagionalizzati.
L’acquisito nel quarto trimestre è la variazione congiunturale (cioè rispetto al terzo trimestre) che si avrebbe se l’attività ristagnasse in novembre e dicembre.