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Interrotte le trattative per il rinnovo del c.c.n.l. industria del legno e dell'arredamento

Si sono interrotte le trattative per il rinnovo del c.c.n.l. industria del legno e dell'arredamento scaduto lo scorso 31 marzo 2019.

Si è addivenuti a questa situazione per una serie di motivi.

In primo luogo la mancanza di disponibilità da parte di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil ad affrontare in maniera complessiva e organica le tematiche delle Politiche del Lavoro che comprendono gli istituti del contratto a termine, del contratto di somministrazione e il tema delle attività stagionali.

Infatti su questi istituti già duramente penalizzati dal cosiddetto “Decreto Dignità” le OO.SS. hanno dichiarato la loro volontà di andare a ridurre le percentuali dei primi due stabilite dalla legge, mentre sulle attività stagionali (non soggette ad alcuna limitazione dal decreto stesso), dopo una pregiudiziale assoluta durata mesi e numerosi incontri, hanno posto come condizione che gli operatori assunti con la causale stagionale rientrassero nelle percentuali previste nei due primi istituti andando quindi a raggiungere l’obiettivo di ridurne la fruibilità e snaturando l’essenza stessa della stagionalità.

In secondo luogo le OO.SS. hanno poi continuato a ribadire alcune richieste presenti in piattaforma quali:

  • incrementi delle retribuzioni minime nell’ordine del 6%

  • incremento delle maggiorazioni per il lavoro a turni e per il lavoro straordinario

  • incremento dei valori economici degli scatti di anzianità e del loro numero

  • ulteriori riduzioni di orario di lavoro

  • norme che comporterebbero aggravi organizzativi e burocratici per le aziende nel campo “dell’ambiente e sicurezza” e della gestione degli appalti e dei subappalti oltre quanto già previsto dalle leggi vigenti

  • costituzione di un Ente Bilaterale con costi di creazione e mantenimento a carico delle sole aziende

  • incremento delle quote a carico delle aziende per Arco e Altea.

 

A fronte di tutto questo la delegazione trattante di FederlegnoArredo ha ritenuto che non ci fossero i presupposti per proseguire con le trattative.