Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato un nuovo quadro sanzionatorio in relazione alla situazione attuale in Niger e Sudan, e prolungato di un ulteriore anno le misure restrittive previste in considerazione della situazione in Burundi e quelle nei confronti dell’ISIL/Da’esh e di Al-Qaeda.
Niger
In seguito alla Decisione (PESC) 2023/2287 e al Regolamento (UE) 2023/2406 del Consiglio, sono state adottate misure restrittive da parte dell’UE nei confronti del Niger in seguito al colpo di Stato avvenuto nel Paese nel luglio scorso, che ha portato alla destituzione del presidente Mohamed Bazoum e all’instaurazione di una giunta guidata dai militari.
Questa posizione è stata assunta a seguito del colpo di Stato militare avvenuto lo scorso 26 luglio, che ha tentato di deporre il presidente Mohamed Bazoum, democraticamente eletto. A tutt’oggi, il presidente Bazoum, che si è rifiutato di dimettersi, è detenuto, insieme alla moglie e al figlio, nel palazzo presidenziale.
L’UE, in una dichiarazione del 28 luglio, ha immediatamente condannato il colpo di Stato e il 31 luglio l’Alto Rappresentante Josep Borrell ha rinnovato l’appello per il rilascio immediato e incondizionato del presidente Bazoum e per il pieno ripristino dell’ordine costituzionale. Nella sua dichiarazione del 12 agosto, l’UE ha poi confermato di essere pronta a istituire un nuovo regime di sanzioni individuali.
A fronte di quanto sopra, per tutti i soggetti e le entità inserite nell’Allegato I del Regolamento (UE) n. 2023/2406 è previsto il congelamento di fondi e risorse e il divieto di messa a disposizione diretta o indiretta di fondi e risorse. In tale allegato verranno inseriti persone fisiche o giuridiche, le entità o gli organismi che partecipano a – o sono responsabili di – azioni o politiche che minacciano la pace, la stabilità, la sicurezza, la democrazia e l’ordine costituzionale del Niger, o che sono coinvolti nella pianificazione, organizzazione o esecuzione di atti che costituiscono gravi violazioni o abusi dei diritti umani o violazioni del diritto internazionale umanitario.
Si precisa che, ad oggi, l’Allegato I non è popolato, ma è ragionevole ritenere che lo sarà nel prossimo futuro.
Burundi
Il 23 ottobre 2023 il Consiglio, in considerazione della situazione in Burundi, ha rinnovato le misure restrittive previste nel Regolamento (UE) 2015/1755 del Consiglio del 1 ottobre 2015, per un ulteriore anno, fino al 31 ottobre 2024.
Sudan
Considerato il perpetrarsi del conflitto in Sudan, lo scorso 9 ottobre, con la Decisione (PESC) 2023/2135 e il Regolamento (UE) 2023/2147, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato un nuovo quadro relativo a misure restrittive mirate che dà all’UE la possibilità di imporre sanzioni nei confronti di persone o entità che:
- siano responsabili di azioni o politiche che minaccino la pace, la stabilità o la sicurezza del Sudan, o che dimostrino di sostenerle o ne traggano vantaggio o vi abbiano partecipato direttamente o indirettamente;
- compromettano gli sforzi volti a riprendere la transizione politica in Sudan;
- ostacolino la fornitura, l’accesso o la distribuzione di assistenza umanitaria in Sudan, inclusi gli attacchi agli operatori sanitari e umanitari e il sequestro e la distruzione di infrastrutture e beni umanitari o sanitari;
- siano coinvolti nella pianificazione, direzione o esecuzione di atti in Sudan che costituiscano gravi violazioni o abusi dei diritti umani o violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi gli omicidi e le menomazioni, gli stupri e altre gravi forme di violenza sessuale e di genere, i rapimenti e gli sfollamenti forzati;
- siano associati alle persone fisiche o giuridiche, alle entità o agli organismi riconosciuti responsabili delle azioni elencate nei punti precedenti.
Rivolgersi a
Area internazionalizzazione (int. 221).