Alla luce del persistere degli squilibri distorsivi del mercato, ed in particolare della sovrapproduzione globale di acciaio, nel gennaio scorso i Ministri di 12 Stati membri UE hanno formalmente richiesto una proroga della misura di salvaguardia su taluni prodotti in acciaio in scadenza alla fine di giugno 2021.
Ricordiamo che la misura prevede limiti quantitativi (contingenti) all’import per 26 categorie di prodotto (attraverso un criterio misto di quote country by country, ossia assegnate specificatamente ai principali Paesi esportatori, ed un contingente residuale globale); ai prodotti fuori quota è applicato un dazio del 25%. È, inoltre, garantita la liberalizzazione progressiva attraverso un incremento del 3% dei contingenti annuali (tasso di liberalizzazione).
In termini di posizionamento, ai produttori, schierati a favore di una estensione della salvaguardia, si sono da subito contrapposti i settori utilizzatori/importatori (in primis l’automotive) che hanno costituito un fronte negoziale comune contrario al rinnovo delle misure, anche in considerazione delle tensioni sui prezzi delle materie prime e delle criticità legate ai costi della logistica che acuiscono le difficoltà di approvvigionamento.
Il 10 giugno scorso, a seguito di un complesso negoziato interno alla DG Trade, la Commissione europea ha notificato all’Organizzazione Mondiale del Commercio la proposta di prorogare la salvaguardia per ulteriori 3 anni (fino al 30 giugno 2024).
L’iter procedurale richiedeva la successiva approvazione da parte di una maggioranza qualificata di Stati membri, avvenuta con il voto favorevole di 17 Stati. Le analisi tecniche della UE confermano che, oltre ad esserne legittimata dal punto di vista giuridico, vi sono solide evidenze economiche circa la necessità di estendere la misura, corroborate da dati ed elementi raccolti dopo aver consultato tutte le parti interessate.
L’impatto della crisi indotta dalla pandemia ha, infatti, ulteriormente aggravato il già fragile equilibrio dell’industria di settore che continua ad essere vulnerabile alla pressione dei flussi di import, i cui volumi, in termini relativi, si mantengono elevati nel confronto con il periodo precedente all’imposizione delle misure. D’altro lato, la salvaguardia non ha, in alcun modo, impedito la libera importazione di prodotti siderurgici, consentendo l’accesso al mercato europeo dei tradizionali volumi di import e continuando ad assicurare la progressiva liberalizzazione, attraverso l’incremento dei contingenti annuali del 3%. In merito all’aumento dei prezzi, inoltre, viene evidenziato che non si tratta di un fenomeno circoscritto al mercato europeo ma riscontrato a livello mondiale.
La proposta prevede clausole per: i) rivederne il funzionamento, inclusa la soglia di liberalizzazione annua del 3%, entro il primo anno di applicazione; ii) verificare le condizioni per anticipare la scadenza al 2023; iii) avviare una revisione immediata nel caso in cui gli USA tolgano i loro dazi.
Ulteriori aggiornamenti verranno forniti non appena disponibili.
Rivolgersi a
Area internazionalizzazione (int. 221).