Con riferimento alla nostra Circolare n. 758 del 15/12/2020, informiamo che dallo scorso 1° giugno negli Emirati Arabi Uniti sono in vigore le nuove regole che consentono la piena proprietà straniera delle società onshore, ossia quelle costituite sul territorio emiratino, fissate nel Decreto Legge Federale n. 26 del 2020.
Abdulla bin Touq Al Marri, ministro dell'Economia, ha dichiarato che le modifiche introdotte dalla nuova legge sulle società commerciali aumenteranno l'attrattività degli Emirati Arabi Uniti e rafforzeranno ulteriormente la posizione del Paese come centro economico internazionale incoraggiando il flusso di investimenti verso i settori economici vitali.
Approfondimento
La nuova normativa del 2020 abroga il Decreto Legge n. 19 del 2018 sugli investimenti diretti esteri che consentiva la proprietà straniera al 100% nelle società onshore solo a fronte di un investimento iniziale minimo (spesso di importo molto elevato) per ben determinate categorie di attività.
Oggi, quindi, non esiste più questo obbligo di investimento minimo, fermo restando che saranno sempre le autorità locali a valutare quale sia l’adeguato capitale sociale minimo di cui dovrà dotarsi la società in funzione dell’attività che andrà a svolgere.
Il Decreto Legge del 2020 ha quindi introdotto alcune modifiche significative alla Legge Federale n. 2 del 2015 sulle società commerciali, in particolare:
- l’eliminazione dell'obbligo per le società onshore di avere un’azionista emiratino (sponsor) che detenga una quota di almeno il 51% del capitale sociale. Ciò significa che anche una società costituita sul territorio emiratino potrà non avere un azionista locale, ma potrà essere detenuta integralmente da investitori stranieri, a condizione che non svolga attività con un "impatto strategico". Il Consiglio dei ministri determinerà quali attività hanno un “impatto strategico”, tenendo conto delle proposte di un comitato composto da rappresentanti del Dipartimento dello sviluppo economico (DED) in ciascun emirato, e pubblicherà un elenco di tali attività. Al momento sono considerate di interesse strategico l'esplorazione di petrolio e gas, i servizi di pubblica utilità e i trasporti, nonché tutte le attività svolte dagli enti statali. Le aziende che svolgono attività con un impatto strategico saranno soggette a requisiti di proprietà locale che saranno determinati dal Dipartimento Economico di ciascun emirato. Ciò significa che allo stesso settore potrebbero essere applicate diverse restrizioni alla proprietà straniera, a seconda dell'emirato in cui ha sede la società.
- l’abolizione dell’obbligo della nomina del “service agent”, ossia un soggetto emiratino (persona fisica o giuridica) che svolga il ruolo di punto di collegamento tra la filiale o ufficio di rappresentanza della società straniera e le autorità locali
- l’eliminazione del requisito per cui il Presidente e la maggioranza del Consiglio di amministrazione di una Joint stock company (simile alla nostra SpA), per quelle società che non svolgono attività aventi un impatto strategico, debbano essere cittadini degli Emirati Arabi Uniti
- la possibilità per gli investitori esteri di costituire una società unipersonale, sempreché non svolga attività aventi un impatto strategico. La normativa del 2015 aveva in realtà già introdotto il concetto di società con un unico azionista, ma questo si applicava solo alle società con azionisti emiratini.
Ricordiamo che nelle società costituite in Free Zone è invece sempre stata ammessa la proprietà del 100% del capitale sociale in capo agli stranieri.
Rivolgersi a
Area internazionalizzazione (int. 221)