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Emirati Arabi - La riforma societaria apre agli investitori esteri la possibilita' di detenere il 100% del capitale

Con la Cabinet Resolution n. 16 del 2020, il governo emiratino ha concesso dal 1° dicembre 2020 la possibilità, per i cittadini stranieri, di acquisire fino al 100% della proprietà delle imprese locali operanti in ben 122 settori di attività. Esso affonda le radici nel decreto legislativo federale n. 19 del 2018 che ha segnato un primo scostamento dalle rigide restrizioni vigenti in materia di proprietà commerciale (Legge commerciale n. 2 del 2015) ed ha lo scopo di incentivare gli investimenti diretti esteri (IDE) nel Paese.

 

Prima dell’introduzione di questa legge, l’ordinamento del Paese prevedeva infatti che gli investitori stranieri potessero possedere solo fino al 49% del capitale di una società onshore e almeno il 51% doveva essere di proprietà di uno o più cittadini emiratini o di una società a sua volta interamente controllata da uno o più cittadini degli EAU. Ciò significava che il socio straniero, in quanto proprietario legale di non più del 49%, avrebbe sempre rappresentato l’azionista di minoranza. L’unica opzione per gli imprenditori stranieri era investire nelle zone franche.

 

Il nuovo provvedimento riguarda alcuni settori chiave, che figurano nell’allegato al documento stesso: agricoltura; produzione; trasporto e stoccaggio; ospitalità e servizi di ristorazione; informazione e comunicazione; scienza e tecnologia; assistenza sanitaria; formazione scolastica; arte e intrattenimento; edilizia.

In tale lista, definita “positiva”, sono indicate anche una serie di attività come la produzione di giocattoli, articoli sportivi, apparecchiature elettriche, servizi di consulenza, pubblicità, attività fotografiche, costruzione di edifici, servizi di traduzione, istruzione, gestione di hotel e ristoranti, ospedali e attività musicali.

 

Il decreto stabilisce però che una condizione essenziale per soddisfare i requisiti di licenza degli Emirati Arabi Uniti è che le aziende debbano investire in nuove tecnologie e contribuire alla ricerca e sviluppo del Regno.

 

Rivolgersi a

Area internazionalizzazione (int. 221).