A seguito dei negoziati tra il governo degli Stati Uniti e la Cina, lo scorso 12 maggio è stato raggiunto un accordo che prevede, per un periodo iniziale di 90 giorni, la riduzione al 10% dei dazi applicati alle importazioni di origine cinese negli USA (dazi stabiliti dall’Executive Order 14257 del 2 aprile 2025).
Il dazio del 10% va ad aggiungersi al dazio del 20% imposto dagli Stati Uniti per contrastare il coinvolgimento della Cina nel traffico di stupefacenti, in particolare del fentanyl.
Contestualmente, la Cina si è impegnata a ridurre al 10% le tariffe decise in risposta alle misure adottate dall’amministrazione Trump, oltre a revocare le ulteriori contromisure di natura non tariffaria.
Ricordiamo inoltre che dal 2 maggio non è più applicata l’esenzione “de minimis” che consentiva di importare dalla Repubblica Popolare Cinese e Hong Kong spedizioni di valore inferiore a 800 USD per persona al giorno senza dazi e con procedure di sdoganamento semplificate. Tali spedizioni, quindi, saranno soggette a tutti i dazi applicabili ad eccezione degli invii eseguiti tramite la rete postale internazionale di questi Paesi, sempre di valore pari o inferiore a 800 USD, per i quali il dazio viene calcolato secondo due modalità alternative: un dazio ad valorem del 54% del valore dell’invio postale oppure in alternativa un dazio specifico di 100 USD per invio postale.
L’accordo tra Stati Uniti e Cina ha implicazioni rilevanti anche per le imprese italiane che intrattengono rapporti commerciali con gli Stati Uniti. Le nuove condizioni tariffarie, infatti, si applicano a tutti i prodotti di origine cinese, indipendentemente dal Paese da cui vengono spediti. Anche le merci esportate dall’Italia verso gli Stati Uniti aventi origine cinese saranno pertanto soggette alle misure sopra indicate.
Rivolgersi a
Area internazionalizzazione.